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SALVARE IL PIANETA

SALVARE IL PIANETA

Il problema dello smaltimento dei rifiuti investe e preoccupa ogni tipo di società; nei consessi umani dove a farla da padrone è il consumismo esasperato, la questione ha assunto, addirittura, un carattere emergenziale. I paesi a capitalismo avanzato producono ogni giorno un tale quantitativo di immondizie che i sistemi tradizionali di raccolta e stoccaggio risultano essere assolutamente superati ed inadeguati. Da qualche decennio si è capito che occorre trattare la nostra spazzatura con metodologie alternative a quelle tradizionali cercando di avviare processi di smaltimento miranti al riciclo piuttosto che continuare a depositare i nostri scarti in discarica, pratica che si è dimostrata pericolosa per la salute oltre ad essere antieconomica. Attualmente esistono, moltissimi modi per praticare il riciclo dei rifiuti. Il metodo che finora è risultato più efficace è sicuramente la raccolta differenziata che permette il riutilizzo, attraverso uno specifico trattamento, di un buon quantitativo di scarti urbani.

Dall’aprile di quest’anno il Parlamento Europeo sostiene obiettivi ambiziosi in materia di riciclaggio, grazie alle nuove norme sui rifiuti e sull’economia circolare. (ridurre al minimo i rifiuti, nonché riutilizzare, riparare, mettere a nuovo e riciclare materiali e prodotti già esistenti).

Il passaggio a un’economia più circolare ridurrà la pressione sull’ambiente e aumenterà competitività, innovazione e crescita, creando posti di lavoro.

Entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030.

Vengono fissati inoltre degli obiettivi distinti per materiali di imballaggio specifici, come carta e cartone, plastica, vetro, metallo e legno.

La proposta di legge limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035.

Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia, e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani.

Con questo pacchetto l’Europa punta con decisione a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in grado di integrare finalmente politiche industriali e tutela ambientale.

L’economia circolare, infatti, non è solamente una politica di gestione dei rifiuti ma è un modo per recuperare materie prime e non premere oltremodo sulle risorse già scarse del nostro pianeta, anche innovando profondamente il nostro sistema produttivo.

Il pacchetto contiene anche importanti misure sulla gestione dei rifiuti e definendo norme che prendono in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto e si pongono l’obiettivo di modificare il comportamento di aziende e consumatori.

Per la prima volta gli Stati membri saranno obbligati a seguire un quadro legislativo univoco e condiviso. Un piano ambizioso, con dei paletti chiari e inequivocabili.

Se vogliamo evitare che le strade delle nostre città vengano permanentemente invase dalle immondizie, e più in generale, se teniamo al rispetto dell’unico pianeta che abitiamo, è nostro dovere fare qualcosa per evitare l’incombente catastrofe ambientale. Tra i modelli di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani quello che, secondo me, è degno di nota per originalità è sicuramente la sperimentazione avviata nella popolosa metropoli turca di Istanbul dove per chi ricicla, il viaggio sui mezzi pubblici costa meno o addirittura, in alcuni casi, è gratis.

Diverse stazioni della metropolitana della città, infatti, hanno installato delle biglietterie automatiche, dove non bisogna inserire banconote o monete, ma bottiglie di plastica o barattoli di latta!

Proprio così, biglietti dei mezzi in cambio di rifiuti.

Tutto ciò succede a Maslak, uno dei distretti finanziari più importanti e celebri della città dove è possibile incontrare passeggeri chi infilano negli appositi spazi bottiglie di plastica o latta, nonché scatole di carta per ottenere il biglietto per viaggiare sui mezzi pubblici.

L’idea è a suo modo geniale, e nessuno l’aveva mai sperimentata fino ad ora.

E’ vero che alcune nazioni virtuose come la Germania e Danimarca, ormai da qualche decennio, i titolari dei supermercati per incentivare il riciclo offrono ai loro clienti la possibilità di risparmiare 10 0 30 centesimi in cambio dello loro disponibilità a depositare negli appositi contenitori bottiglie di vetro o plastica, ma l’esperimento turco è davvero originale!

Se potessi decidere su questa materia, mi piacerebbe sperimentare in Italia un progetto di riciclo in cui coniugare l’esperimento turco con i metodi adottati nei paesi dell’Europa del nord.

La speranza di tutti, comunque, è che questi eccellenti ed innovativi progetti attivino un circolo virtuoso che renda tutti i cittadini del mondo responsabili sia verso sé stessi sia nei confronti dell’intero pianeta.

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Redazione Il Secolo d'Italia del Lunedì