Mark Rutte incornicia la sua vittoria alle elezioni olandesi già dalle prime luci dell’alba, al partito liberale andranno 33 seggi, alla destra estrema di Wilders 20, la sinistra verde passa da quattro a quattordici seggi.
Rutte dovrebbe poter contare in ogni caso su 31 scranni. Al partito di estrema destra di Geert Wilders ne andranno probabilmente 19, al pari dei democratici del D66 e dei cristiano-democratici del Cda. Ottimo il risultato della sinistra verde che ha ottenuto 14 seggi in Parlamento. Dieci in più rispetto alla precedente legislatura.
Alle urne i cittadini olandesi (12,9 milioni di elettori) sono stati chiamati a scegliere i loro 150 rappresentanti su circa 1200 candidati. Durante la campagna elettorale i riflettori sono stati puntati su Wilders, candidato dell’estrema destra che per mesi è stato dato in testa nei sondaggi con il suo Partito per le Libertà.
La più importante crisi migratoria mai registrata in Europea dai tempi della Seconda guerra mondiale ha portato le questioni dei profughi e dell’islam al centro della campagna elettorale. Wilders si è presentato con un programma ben radicato, che prevede la chiusura delle moschee, il divieto di vendita del libro sacro del Corano, il blocco degli ingressi per le persone di religione musulmana nel paese e soprattutto l’uscita dall’Europa e dall’Eurozona, con la speranza secondo il suo avviso di riscoprire i valori olandesi. Un dibattito condito con l’aspra polemica che ha visto protagonisti il presidente della Turchia Erdogan e lo stesso neo Presidente Mark Rutte.
Nessun partito ha raggiunto la maggioranza assoluta di 76 seggi. Il sistema olandese prevede dunque che dopo la comunicazione ufficiale al Consiglio elettorale che si terrà il 21 marzo, il parlamento neo-costituito nominerà il Capo del Governo e sarà concesso a lui il dovere di formare un’alleanza di Governo. Sul sito del Parlamento Olandese viene ricordato che: “tutti gli esecutivi a partire dalla metà del Novecento sono stati dei governi di coalizione, sostenuti da due o più partiti”.
Inizia dunque una nuova legislatura che si prospetta tutt’altro che pacifica e predisposta a mettere in discussione ogni ramo del programma “Rutte”. L’idea della “Nederlexit” dunque si allontana dai palazzi del potere olandesi e fanno tirate un sospiro di sollievo a Bruxelles.