Colonia, vergognoso teatro di violenza islamica, con centinaia di donne come vittime (516 denunce, di cui il 40% per molestie sessuali), non trova pace. Perché in ossequio all’antica legge del chi la fa l’aspetti, la risposta non si è fatta attendere. Ed è partita la caccia allo straniero, meglio se arabo. Secondo la polizia gli attacchi ai non tedeschi sono stati panificati via social network. Non solo a Colonia per la verità. A Lipsia infatti, sono stati attaccati diversi negozi ed eseguiti diversi fermi. Secondo la tv regionale Mdr, un gruppo di neonazisti ha assaltato alcuni esercizi commerciali nel quartiere di Connewitz. La polizia ha eseguito una serie di fermi tra le circa 250 persone che con il volto coperto hanno lanciato pietre contro le vetrine e acceso fumogeni. In città si è svolta anche una manifestazione anti-immigrati di Pegida (il partito anti Islam nato nel 2014) e un corteo contro quest’ultimo raduno. Intanto, per i fatti di Capodanno a Colonia, la polizia indaga su 19 sospetti: 10 sono richiedenti asilo, 9 sono presunti clandestini. È quello che emerge dal rapporto del ministro della Westfalia Ralf Jaeger. Nessuno dei sospettati è di cittadinanza tedesca. Quattro, già in stato di fermo, sono accusati di furto. Dal rapporto non emerge di quali rati siano accusati gli altri. Dalle indagini sulla notte di San Silvestro finora non risulta che gli attacchi alle donne a Colonia siano stati “organizzati o guidati”.
Sarebbe stata invece pianificata su Facebook, un’ iniziativa di un gruppo di hooligan, rocker e buttafuori che ha lanciato una “caccia all’uomo nel centro storico di Colonia”, come reazione alle violenze subìte dalle donne a San Silvestro. La polizia sta indagando su eventuali collegamenti con una serie di aggressioni a stranieri avvenute nelle quali sono rimasti feriti 12 profughi.
Gran parte delle persone sospettate per le violenze per lo più a sfondo sessuale avvenute nella stazione centrale di Colonia – è stato confermato – sono di origine straniera, e fra queste vi sono rifugiati arrivati in Germania negli ultimi mesi.
Il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere, ha dichiarato che ”il fatto che dietro alle aggressioni ci siano stranieri non deve lasciare in silenzio ma non deve neanche portare a un sospetto generalizzato nei confronti di tutti i rifugiati e migranti”.
Il problema è che a queste parole non crede più nessuno.